Leggere è il cibo della mente

L’istituto statistico dice che il 18,5 per cento degli intervistati nell’ultimo anno non ha letto un libro, non ha fatto sport, non ha visitato un museo né una mostra né un sito archeologico, non è andato a teatro, al cinema, a un concerto. Questo dato diventa il 28,2 per cento per il sud.

Qual è il rapporto con gli altri paesi europei? Oggi solo il 41 per cento degli italiani legge almeno un libro all’anno, otto punti percentuali in meno rispetto a cinque anni fa. In Germania e nel Regno Unito la percentuale è quasi doppia, in Francia leggermente inferiore.

I cittadini stranieri residenti in Italia che tra il 2011 e il 2012 dichiarano di aver letto almeno un libro sono il 37,8%, indice di una minore propensione alla lettura da parte degli stranieri rispetto agli italiani (52%). Quasi la metà degli stranieri legge almeno un quotidiano a settimana (48,6%) e il 29,5% settimanali o periodici.

Se fosse un esame di fine anno sarebbero tutti bocciati: manager, dirigenti e politici. Perché secondo i dati dell’Aie, l’associazione italiana editori, presentati alla Buchmesse, la Fiera del libro di Francoforte, sono loro i peggiori lettori d’Italia. I dati, in generale, per il Belpaese non sono confortanti: il 58,8% della popolazione nazionale durante l’anno non apre nemmeno un libro, contro il 37,8% della Spagna, e il 30% della Francia. E tra i laureati, il 25,1% dei neodottori italiani, ricevuta la pergamena, abbandona completamente la lettura per svago o nel tempo libero. Tuttavia, rispetto alla media, sono gli eletti dai cittadini e la classe dirigente ad andare peggio. Il 39,1% dei manager, dirigenti e politici d’Italia, infatti, non legge, nemmeno un volume ogni dodici mesi. Per fare un confronto: in Spagna e Francia sono il 17%, meno della metà che da noi.

L’alto livello qualitativo ha fatto crescere l’attenzione degli editori stranieri verso l’Italia in un momento storico in cui il mercato si sta aprendo – sottolinea la responsabile del Gruppo Editori per Ragazzi di AIE, Francesca Archinto – a realtà come l’Europa dell’Est, l’India o la Cina. Si tratta di una prospettiva molto interessante perché in grado di creare una vera e propria commistione di stili che può portare ad arricchire ulteriormente l’offerta. Questo fattore da solo, sul fronte interno, non basta: per fare una seria azione di promozione alla lettura è necessario coinvolgere le scuole e le biblioteche. Solo facendo rete sarà possibile formare lettori consapevoli, curiosi e appassionati”.
Da segnalare che ragazzi leggono anche più libri ed e-book della media nazionale. I lettori di libri di carta sono il 47,5% dei 6-14enni e il 52,5% dei 15-19enni (la media in Italia è il 42%). I giovani lettori di e-book sono: l’11,3% tra gli 11 e i 14 anni, il 17,5% tra i 15 e i 17 anni e il 19,8% tra i 18 e 19 anni (la media italiana è dell’8,2%).

Servirebbe un po’ di informazione in più ed educare le persone alla lettura!

La lettura aiuta la mente!

 

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